Domus de janas: storia e nelle leggende della Sardegna
Le domus de janas sono la testimonianza dell’antichità della civiltà sarda e dell’esuberanza di una cultura che vive, da sempre, a stretto contatto con il territorio.
L’immaginario popolare ha lavorato per secoli attorno alle strutture di roccia scavata disseminate su tutto il territorio della Sardegna, ricavandone leggende che continuano ad affascinare. La miriade di foriche costellano l’entroterra sardo, accessi misteriosi al mondo ipogeo, sono stati popolati di creature soprannaturali: le janas. A seconda delle versioni della leggenda, le janas diventano delicate fatine o sgraziate streghe che escono dai loro nascondigli, le domus de janas, le case delle fate appunto, solo durante la notte.
Oltre il fascino di un racconto antico, c’è l’archeologia che racconta tutta un’altra storia. Anzi: tutta un’altra preistoria. Le domus de janas, infatti, sono state identificate quali splendidi esempi di sepoltura sotterranea della civiltà prenuragica. Si fanno risalire alla cultura di Ozieri e a quella di Beaker e si pensa siano state costruite tra il 3.400 e il 2.700 a.C. Le pareti di queste grotte artificiali sono spesso decorate con rilievi di simboli magici e dipinte di rosso ocra.
In tutto il territorio della Sardegna si contano più di 1.000 domus de janas. Una grande concentrazione di esse, una vera e propria necropoli, è nel sito archeologico di Anghelu Ruju, nei pressi di Alghero. Si tratta di 36 tombe caratterizzate dal bassorilievo di teste di toro stilizzate. Un altro centro importante è quello di Sant’Andrea Piru, vicino a Bonorva. Lì si trova la cosiddetta ‘Tomba del capo’: una domus di 18 ambienti (o camere) che, durante la dominazione romana e bizantina, è stata trasformata in chiesa.
Altri esempi di domus de janas possono essere trovati in altre località della Sardegna: Pimentel, Villaperuccio, Ittiri, Sedini e Porto Torres.
Fonte immagine: www.flickr.com/photos/fotogian/
Comments