Murales: la Sardegna dei muri che parlano
L’arte di disegnare sui muri oggi si chiama street art, un tempo si parlava di graffiti e di murales. Qualunque sia la tecnica utilizzata per decorare i luoghi pubblici con scritte o dipinti, un solo scopo accomuna queste forme espressive: la voglia di comunicare un’idea o uno stato d’animo.
In moltissimi paesi della Sardegna si possono ammirare delle vere e proprie opere d’arte a cielo aperto, dono del talento di artisti noti o sconosciuti.
Muri come custodi della memoria di una comunità, esprimono la personalità e il carattere di un popolo. Esplosioni di colore che parlano della fatica del lavoro dei campi, di feste, di grandi personaggi della cultura come Maria Carta e Grazia Deledda (Montresta, Oristano), raffigurano bronzetti nuragici, suonatori di launeddas, cieli stellati, farfalle ma anche Pippo e Topolino (Tinnura, Oristano), ricordano eventi politico – sociali o sono citazioni dotte come il Guernica di Picasso (Orgosolo, Nuoro), sono librerie da consultare (Lanusei, Nuoro) e pura poesia da contemplare nella semplicità dei bianchi e neri (Urzulei, Nuoro).
Ed ancora scorci marini (Costa Rey, Cagliari), panni stesi al sole, succose pesche mature, bambini che giocano (San Sperate, Cagliari), processioni religiose a cavallo (Cossoine, Sassari), quotidianità di uomini e donne (Cheremule, Sassari).
Tante le finestre che si spalancano su sguardi che osservano, mani che salutano, bocche che parlano, vite immaginarie che, in qualche modo, ci apparterranno per sempre.
Fonte immagini: http://bit.ly/Rk4LiL, Sardinia Digital Library
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